MICHELLE HUNZIKER:
“ CREDETEMI, NON TROVO L’UOMO PER ME”
Intervista di Federico Moccia
Arrivo e suono al citofono. “Sono Federico Moccia, per l’intervista”. Ma non faccio in tempo a entrare nel portone che arriva Michelle a piedi nudi, allegra e divertita come sempre, e quasi mi trascina nella sua nuova casa romana.
MICHELLE: “ Ciao! Come stai? Mi piace che sia tu a intervistarmi” E mi sono detta: ma con che cosa mi verrà a fare l’intervista, con un registratore o con penna e fogli?”
Sorrido e tiro fuori un blocchetto di carta.
MICHELLE: “ Ah, ecco…!”.
E subito tiro fuori anche un registratore.
MICHELLE: “Lo sapevo!”.
Ride MICHELLE: “Dai, vieni che ti faccio vedere casa”.
Sembra una di quelle ragazze proprio simpatiche, senza troppi pensieri, spontanea, diretta, di quelle che esistono solo nei telefilm americani.
MICHELLE: “Guarda, come ti sembrano queste mura color rosso? Dicono che è un colore che rende nervosi: a me rilassa moltissimo!”.
Si, si...
MICHELLE: “Qui c’è il bagno, la camera da letto, il salotto....”.
E’ una casa proprio carina, semplice, non particolarmente pretenziosa, perfetta per come vive lei, vera.
Michelle, vogliamo iniziare l’intervista?
MICHELLE: “ Ah già, certo!”.
E così ci sediamo a un tavolo, inizia a parlare e mi racconta un po’ di tutto...
“Ho finito giovanissima il liceo in Svizzera e mia madre ha scelto di venire in Italia. Abbiamo vissuto a Bologna, dove ho dovuto ricominciare da capo, trovandomi di nuovo in classe, io sedicenne, con dei quattordicenni! Ma ti rendi conto?”.
Penso a quei ragazzi di 14 anni con Michelle in classe che ne aveva 16...Chissà quanto avranno studiato! Continua a parlare. Ma sembra una di quelle interviste che da sempre è abituata a fare. La interrompo.
Scusa Michelle, ma io vorrei sapere qualcosa di più.
Si ferma, mi guarda e improvvisamente capisce che la mia è una vera curiosità, la voglia di entrare un po’ di più nella sua vita. E allora è come se cambiasse atteggiamento, abbassa le spalle, sorride: “Ok, sono pronta...”.
Così inizio con la prima domanda, forse la più difficile.
DOMANDA: Sei felice?
RISPOSTA: (Mi guarda sorpresa. Poi con tranquillità risponde). “Sono molto contenta, mi accorgo di aver fatto un sacco di cose, ho avuto una bellissima figlia, ho avuto successo, ma mi manca un po’ una fetta della mia vita”.
D: Cioè?
R: “E’ come se avessi fatto tutto molto presto. I miei amici di Bologna, dove vivevo, mi hanno spinto in qualche modo a fare la modella e io ho accettato, un po’ per gioco, un po’ per sfida e, invece, mi sono trovata catapultata improvvisamente nel mondo dello spettacolo... (ride) Beh, è stato un bel volo! Sono felice ora, ho trovato una giusta dimensione, un po’ di teatro ogni tanto, poi Striscia la notizia, che mi piace un sacco, ho un ottimo rapporto con Antonio Ricci, lo stimo moltissimo e spero che sia così anche per lui. Ma ora mi manca una cosa, come credo che manchi un po’ a tutti quando non c’è”.
D: Cioè? Spiegati meglio.
R: “ Dai, che hai capito! L’amore! Avevo creduto tanto in questa storia con Luigi e invece...”
Rimane un attimo in silenzio, come se ricordasse qualche cosa, un momento, un bacio, una risata, chissà. Non la disturbo. Ma l’amore, si sa, è fatto così: più è stato grande, più provoca dolore quando poi non c’è più. Poi riprende a parlare.
R: “Allora, guarda, ti voglio dire una cosa: tutti pensano sempre che per noi persone famose, che sembriamo belle, che abbiamo successo, che sorridiamo, nella vita sia tutto facile. Ma non è così, assolutamente! Ti faccio un esempio. Prendiamo un campione, ecco, diciamo cento uomini”.
Mi piace questa cosa del campione di cento uomini e non so proprio dove andrà a finire, ma mi sembra che abbia studiato perfettamente questa teoria, come se l’avesse in qualche modo provata.
D: E che succede a questi cento uomini?
R: “Allora, cinquanta di loro che mi incontrano per strada non hanno proprio il coraggio di considerarmi, mi reputano troppo importante o troppo famosa per loro; pensano, sbagliando, che io non potrei mai dare loro importanza, calcolarli, e così, al massimo, mi chiedono: “Ehi Michelle, ci possiamo fare una foto? Mi potresti fare l’autografo?”. E così tu, per certi versi, ti senti ignorata, saltata a piè pari....Ma ti rendi conto? Poi, altri venticinque di questi cento sono sposati o fidanzati o semplicemente innamorati giustamente di un’altra, e quindi non sono valutabili. Ne rimangono “solo” venticinque, ma anche su questi non è facile trovare quello che vada veramente bene, anche perché un po’ deve effettivamente piacere anche a me, eh, scusa...”.
D: (Rido) Eh, certo, certo.
R: “Appunto. E anche quando trovo quello che mi piace, poi sono difficile. Ma non come gusti o chissà cosa! E’ che è difficile la mia situazione. Cioè bisogna considerare che sono una donna indipendente, sempre in giro, con molti impegni, che spesso sono faticosi, richiedono tempo e concentrazione. Ecco, può accadere che io finalmente abbia trovato una persona adatta, ma quando sto con lei per strada, e magari stiamo dicendoci una cosa carina o stiamo discutendo di qualcosa, comunque arrivino i paparazzi che ci fanno le foto, la signora che ci chiede l’autografo, il ragazzino che vuole fare la foto con sua sorella piccola...E quello è il mio pubblico, io gli voglio bene e mi fa piacere essere gentile, mi viene naturale. Ma capisco che a un uomo una cosa del genere alla fine possa dare fastidio. Inoltre ho una figlia che ha bisogno di tutte le mie attenzioni. Aurora, per me, è la cosa più bella che ho fatto, così è importante che riceva tutte le attenzioni di cui ha bisogno”.
D: Insomma, trovarne uno su cento che rischi di avere una storia d’amore con te non è facile...
R: “Ecco, bravo. E nessuno ci crede! Pensa che una volta stavo in aereo con Manu, che è la mia personal assistant, ma anche una grande amica, con la quale parlo un po’ di tutto, eravamo appena partite ed era un periodo che ero single. Improvvisamente vedo un uomo nelle file davanti a me che mi sembra perfetto....A me, quando piace qualcuno, me ne accorgo subito perché mi si sprigiona come un fuoco dentro, mi batte forte il cuore, mi manca il respiro, magari gli altri non lo vedono, ma io me ne accorgo benissimo. E con questo tipo qui mi stava accadendo proprio questo. Ma allora, ho pensato, esistono i colpi di fulmine! Lo dico a Manu e iniziamo a scherzare come due ragazzine, perché vedo che questo tipo ogni tanto si gira e mi guarda. Allora io do di gomito a lei: “Guarda, guarda, si gira”. E di nuovo: “Mi sta guardando, mi sta guardando....”.
Dopo un po’ vedo che finalmente, dopo tutti quegli sguardi, il tipo si alza e viene verso di me e io penso: mamma mia come è bello e come è alto ed è pure elegante e che begli occhi poi, proprio come piacciono a me, e lui allora mi sorride e io penso: ma questo è l’uomo della mia vita e quasi arrossisco….E il tipo si avvicina e mi fa: “Mi scusi Michelle....” E io: “ Si?”, già sbattendo gli occhi. “Non è che mi potrebbe fare un autografo per mia moglie? Sa, è pazza di lei...”. “Ma ceeerto!”. E gli firmo l’autografo! No, dico, ma tu capisci? Con Manu, dopo che il tipo è tornato al suo posto, non sai le risate....”.
D: Eh, già.... E pensa, se per caso adesso ci sta leggendo, quanto ride lui! Ma com’è Michelle innamorata?
R: “Una ragazzina, un po’ come quelle che racconti tu, una sognatrice. Io , quando amo, brucio, la mia è passione vera, non penso più a niente, il giudizio degli altri non esiste, io amo in modo totale e sincero. Ecco perché sono stata malissimo quando è finita la mia storia con Luigi, perché ero arrivata....come dici tu!”.
D: Tre metri sopra il cielo”
R: “Ecco, molto di più, almeno tremila metri! E quando finisce una storia così bella, ti fai veramente male. Ma ora mi sto riprendendo, voglio passare un periodo tranquillo, ecco perché, forse, mi sono presa questa casa a Roma. Qui sono tutti molto gentili, il quartiere, se ti prende in simpatia, ti dà una mano; tutti ti aiutano, ti sembra quasi di stare in un piccolo paese. Quest’estate mi voglio divertire, ma nel vero senso della parola, il più bello! Quindi non credete a quelle foto che ogni tanto compaiono su certi giornali, come le ultime che mi fanno fidanzata con uno che in realtà è un mio amico da sempre”.
D: E’ come se iniziasse un nuovo percorso?
R: Si, ecco, hai detto proprio la cosa giusta. Ho fatto molto fino a oggi, moltissimo. E sono molto felice dei risultati che ho ottenuto e ringrazio sempre il Signore che mi ha dato Aurora e tutto il resto. Ma ho un ricordo particolare che mi ha fatto capire improvvisamente tutto”.
D: Qual è? Ce lo racconti?
R: “Si, non l’ho mai raccontato a nessuno però”.
D: Non ti preoccupare, lo leggiamo solo noi...
R: “(Ride) Allora, ero a Sanremo e proprio il giorno della prima puntata del Festival sono andata all’ora di pranzo al mare. Ero da sola su uno scoglio e mi sono messa a pensare. Mi sono ricordata che da piccola vedevo sempre Pippo Baudo in tv e mi sono detta: “Un giorno voglio essere come lui”. E sai perché? Perché tutti lo applaudivano e io pensavo: “Vedi, devi essere come lui, perché gli vuole bene un sacco di gente”. Quel giorno, invece, ho capito una cosa importante. Quando finisce tutto, a volte torni a casa, chiudi la porta e non c’è più nessuno che ti applaude”.
D: Ma perché vorresti ancora un applauso?
Michelle mi guarda e fa un sorriso, bellissimo.
R: “No, vorrei un semplice sorriso, moltissimo amore e il mio spettatore preferito: quello che non va via dopo che è finito lo spettacolo”.
Federico Moccia
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Edited by Annalisa76 - 1/7/2008, 17:40